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1 dicembre HIVL’Asl di Vercelli prosegue, anche in questo periodo di pandemia,  il suo impegno nella diagnosi e cura dell’HIV.

Sono trascorsi ormai 34 anni da quando venne identificato per la prima volta il virus dell'immunodeficienza acquisita (HIV), il mondo dovette confrontarsi con una pandemia che, per i primi 10 anni, seminò nel mondo morte e sofferenza soprattutto tra i giovani, evidenziando l’incapacità della medicina di fornire risposte immediate ed adeguate. Mai come quest’anno ci sembra importante ricordare questa data.

“Tutti gli infettivologi che esercitano da qualche anno - sottolinea il direttore delle malattie infettive Silvio Borrè - ricordano bene l’evoluzione, le speranze all’arrivo dei primi farmaci, i tentativi nel cercare di comprendere ed arginare quello “Tsunami” Lentamente, si è riusciti a risalire la china grazie proprio a quella “scienza” che ci ha fornito un insostituibile contributo

in ambito diagnostico e terapeutico. In questo Mondo globalizzato il problema dell’HIV resta sempre una sfida per l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) soprattutto nei Paesi in via di Sviluppo e in quelle Aree dove non è possibile accedere ai test, dichiarare lo stato di sieropositività o la propria identità sessuale”.

Secondo i dati dell’OMS si stima che nel 2019 siano più di 38 milioni le persone sieropositive, 1.700.000 nuovi casi e 700,000  decessi HIV correlati. In Europa nel 2019 sono state fatte 136,000 nuove diagnosi la maggior parte nell’Est Europa,  il 53% delle quali arriva tardi alla diagnosi. In Italia nel 2018 sono stati diagnosticati 2847 nuovi casi tra i 25-29 anni, 80% per rapporti sessuali non protetti. In Piemonte, nella provincia di Vercelli, la tendenza si mantiene stabile con un’incidenza di 4.3 nuovi casi/100.000 abitanti[i]

La nuova pandemia SARS COV2 ha comportato un netto calo dell’attenzione e della diagnostica delle infezioni sessualmente trasmissibili, soprattutto nella fascia di età più a rischio, rappresentata dai giovani sotto i 30 anni. I pazienti, regolarmente seguiti ed in terapia antiretrovirale, stanno vivendo un momento di disagio perché le energie della Sanità vengono concentrate per far fronte alla nuova e terribile epidemia Sars Cov2, ritardando i controlli ambulatoriali e la presenza costante di medici che ha  sempre costituito un punto di forza nella gestione del paziente sieropositivo.

A Vercelli presso l’Ambulatorio di Malattie Infettive, sono attualmente seguiti 321 pazienti dei quali più del 95% in terapia antiretrovirale attiva. Nel 2020 sono aumentati di 9 unità (8 trasferiti da altri Centri ed un nuovo paziente). “Questo non significa  - prosegue ancora il dott. Borrè - che ormai non si debba più parlare di HIV ma purtroppo che non se ne parla abbastanza, rischiando di sottostimare  i  nuovi casi o di giungere tardi alla diagnosi. 

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Prevenzione e controllo della malattie trasmissibili (vaccinazioni, Sorveglianza malattie infettive, Infezioni Ospedaliere)

[i] SEREMI HIV in Piemonte (rapp 2018) ed 2019