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LEGAME

I primi giorni sono l’occasione per mamma e neonato per continuare la loro relazione, ora extra uterina, in un ambiente in cui possono usufruire dell'esperienza degli operatori per raccogliere conferme ed aiuto rispetto ai loro bisogni. Accogliere bene mamma e bambino vuole dire da parte di tutti: rispettare la loro voglia/necessità di stare insieme, sforzarsi di capire le loro richieste e comunicare serenità.

Avere il bambino vicino durante tutta la giornata permette alla mamma di riconoscere le sue esigenze e di rispondervi a tempo; permette di adeguare i ritmi materni a quelli del bambino approfittando delle sue pause di sonno per riposare anche lei. In tal modo per l’organismo materno sarà facilitata la risposta ormonale prevista dalla natura per far fronte alle richieste del neonato.
A volte l’idea di doversi occupare fin da subito del proprio bambino, tenerlo in camera invece che affidarlo alle cure delle infermiere del Nido, può spaventare la donna. E' importante sapere che la natura ha programmato nei minimi dettagli la risposta ormonale che, in presenza del bambino, sintonizza i ritmi della vita quotidiana tra mamma e figlio. Il poter seguire tali ritmi fino in fondo (cosa in realtà possibile poi solo a casa) permette alla donna di riprendersi rapidamente dagli effetti del parto e acquisire fiducia nelle proprie capacità.
I ritmi quotidiani del bambino sono fatti di sonno e veglia, di momenti per le coccole, per la pappa e per le evacuazioni: sono tutti tra loro correlati e l’allattamento al seno secondo natura li scandisce.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda, nei primi giorni dopo la nascita, alcuni comportamenti che costituiscono un obiettivo per tutti i Punti Nascita regionali:
• aiutare le mamme perché possano tenere il neonato a contatto pelle-pelle subito dopo la nascita in modo che abbia inizio spontaneamente la prima poppata
• mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche nel caso in cui vengano separate dal neonato
• non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno, tranne che su precisa prescrizione medica
• sistemare il neonato nella stessa stanza della madre, in modo che trascorrano insieme 24 ore su 24 durante la permanenza in ospedale
• incoraggiare l’allattamento al seno tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento
• non dare tettarelle o succhiotti ai neonati durante il periodo dell’allattamento
• favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dell’allattamento anche dopo la dimissione dall’ospedale

I Punti Nascita sono impegnati a conciliare i bisogni di mamma e neonato con le esigenze organizzative ospedaliere che comportano il rispetto di alcune regole.

Nei primi giorni di vita del bambino saranno inoltre effettuate le azioni di prevenzione che attualmente sono raccomandate per ogni neonato:
• profilassi oculare, che consiste nel mettere un collirio negli occhi, nelle prime ore dopo il parto, per evitare lo sviluppo della congiuntivite causata dal contatto con germi presenti nella vagina della mamma
• profilassi antiemorragica con vitamina K per fornire il quantitativo di questa vitamina indispensabile per prevenire le emorragie
• screening metabolici e della fibrosi cistica, che consistono in un prelievo di sangue eseguito dal tallone del bambino per raccoglierne alcune gocce sulle quali andare a cercare alcune malattie. Se presenti, tali malattie possono essere curate fin da subito, cioè ancor prima che ne compaiano i sintomi
• assunzione del colostro, che consiste nel mettere il bambino al seno precocemente in modo che possa succhiare il colostro ricco di anticorpi e di sostanze che inducono la maturazione delle difese.

MANI CUORE FAMIGLIA
Il momento della dimissione dall’ospedale è l’occasione per un dialogo con gli operatori della nascita per concludere consapevolmente l’esperienza della gravidanza e del parto e aprire la nuova fase di vita della donna e della famiglia.
Ad ogni donna dovrebbe essere offerta l’occasione di parlare dell’esperienza appena vissuta: il travaglio, il parto, la nascita del figlio e l’assistenza ricevuta.
Per quanto riguarda il neonato, la dimissione è l’occasione per completare il primo Bilancio di Salute del bambino e registrarlo sulla sua Agenda di Salute “dalla nascita all’adolescenza”. L’Agenda di Salute del Bambino è lo strumento che seguirà con i genitori e il pediatra di riferimento, la salute del bambino in tutte le tappe della sua crescita.
Per quanto riguarda la mamma e il papà, la dimissione può essere l’occasione per esaminare con dei professionisti le eventuali scelte di contraccezione.
Prima di andare a casa convi ene imparare il modo per svuotare manualmente il seno in caso di necessità.
è utile verificare nella pagina dei servizi dell’ASL l’elenco dei Punti di Sostegno all’allattamento al seno o chiederne copia al Punto Nascita. Lo stesso elenco è consultabile sulla pagina dei servizi delle ASL presente sul sito regionale.
Inoltre per le donne lavoratrici si ricorda di ritirare il certificato da consegnare al datore di lavoro per il calcolo del congedo di maternità.

Con il foglio di dimissione, mamma e bambino possono essere accompagnati a casa.
Per andare a casa in macchina è necessario avere l’apposito seggiolino o navicella omologati, di gruppo 0 per bambini di peso inferiore a 10 Kg, costruiti secondo le ultime normative europee che riportano sul contrassegno le sigle: ECE R-02 oppure ECE R44-03 Per fissarli si usano le cinture di sicurezza rispettando tutte le indicazioni riportate sul manuale d’istruzioni (dal sito della Polizia di Stato)

Il passaggio dalla vita intra uterina a quella extra uterina richiede al neonato un periodo di progressivo adattamento del quale bisogna tener conto per capire il suo comportamento nelle prime settimane di vita.

 

Ambiente intra uterino  Ambiente extra uterino

• Spazio limitato, sensazione di contenimento
• Ambiente liquido a temperatura costante
• Movimenti in acqua quasi in assenza di gravità
• Luce soffusa in cui percepisce prima i cambiamenti di luminosità che non le forme
• Rumorosità di fondo costante attraverso la quale giungono voci e musiche della mamma
• Odori e sapori abbastanza costanti che dipendono dalle abitudini alimentari materne
• Difesa dalle aggressioni esterne (freddo, caldo, germi, ecc.)

Sarà quello che i genitori vorranno offrirgli accompagnandolo con pazienza nei passaggi tra le sue sensazioni precedenti e le attuali, rispettando i suoi tempi di adattamento, facendogli conoscere prima
di tutto loro stessi con il contatto, la voce, le carezze; poi la casa con i suoi odori, rumori, ritmi, le abitudini, i rituali, i gusti, gli amici di casa, ecc.
 ma...  ma...
Impossibilità di rapportarsi direttamente con gli altri Possibilità di sentire che qualcuno dà delle risposte ai suoi bisogni, ai suoi richiami, che c’è qualcuno che dialoga con lui adoperando tutti i mezzi possibili

 


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Riconoscere fin da subito che il neonato esprime le proprie emozioni e cerca il dialogo con la mamma è fondamentale per impostare con lui una relazione rispettosa, affettiva, arricchente per entrambi.
Il riconoscimento delle competenze sensoriali di cui si è già detto aiuta a dare risposte diverse: toccare, cullare, massaggiare, farsi vedere, farsi sentire con un tono di voce che lui possa riconoscere come “noto”, leggere delle storie anche se piccolissimo ("Nati per leggere" vedi Agenda della salute del bambino), riproporre la musica ascoltata in gravidanza, ecc.
La vita fetale è quasi tutta vissuta nel movimento: oltre a quello proprio del feto, anche la mamma nella giornata si muove. Il bambino in utero è sempre mosso, riceve spinte e controspinte dal liquido amniotico e dalla parete dell’utero. Da questa esperienza deriva per il neonato il piacere di essere cullato che lo riporta
a sensazioni conosciute e piacevoli.
Generalmente quando la mamma si muove il feto sta fermo e viceversa; durante il sonno, quando la mamma sogna, il feto sta fermo, nel sonno senza sogni si muove: queste alternanze sono interpretate come l’inizio di una forma di dialogo dove, se uno parla, l’altro sta ad ascoltare in attesa che arrivi il suo turno.
La posizione del bambino in utero è simile a quella che si ha quando si è adagiati su un’amaca: con la schiena arcuata e sostenuta mentre gli arti sono liberi di muoversi. Per questo motivo il neonato si tranquillizza quando è sostenuto in questa posizione.
Anche il pianto, peraltro, è un efficacissimo sistema di comunicazione per richiamare l’attenzione della mamma, ma qualche volta gli serve anche per scaricare la tensione accumulata in una giornata meravigliosamente piena di stimoli.
La lingua di questo dialogo dopo la nascita può essere molto ricca e articolata da parte dell’adulto: oltre alle parole ne fanno parte le carezze, il tocco, gli sguardi ed i sorrisi e piano-piano anche le risposte si moduleranno passando dal semplice tranquillizzarsi al sorridere a sua volta. Dunque è importante sapere che un bambino, non bombardato di stimoli eccessivi, sa stare al dialogo.

Per tutta la vita fetale il bambino è stato alimentato in modo continuo attraverso il cordone ombelicale. Inoltre, si riempiva letteralmente lo stomaco ogni volta che voleva deglutendo liquido amniotico. Non conosceva né fame né sete né sensazione di stomaco vuoto. Con la nascita il neonato fa la sua prima esperienza fondamentale: sente fame e disagio, poi arriva la mamma ed il malessere e il disagio cessano; impara pian piano ad adattarsi a questi nuovi ritmi e intervalli e ad aver fiducia nella risposta materna ai suoi bisogni.
Una volta raggiunta tale fiducia, potrà permettersi di aspettare, con la certezza che entro un certo tempo la risposta arriverà (con la fiducia imparerà anche a comprendere il valore del tempo, così ovvio per gli adulti).

 

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Alla nascita il neonato non ha elementi per distinguere il giorno dalla notte e subisce un brusco inserimento in un ambiente in cui c’è l’alternanza di luce e di buio; imparerà a riconoscere il giorno dalla notte e soprattutto che quasi tutti di notte dormono e di giorno no. Il neonato si adatterà gradualmente a questi nuovi ritmi in poche settimane, se i genitori glielo insegneranno con comportamenti diversificati di giorno e di notte. Per esempio le poppate notturne sarà meglio farle con luce soffusa senza troppi preamboli e senza troppi rumori aggiunti. Al contrario di giorno la poppata potrà essere accompagnata o preceduta dal cambio del pannolino, da un massaggio, dalle chiacchiere con la mamma, ecc.
Durante il periodo neonatale il piccolo dorme per la maggior parte del tempo. Esistono due tipi di sonno che si alternano ogni trenta minuti circa: il sonno tranquillo ed il sonno attivo. Durante il sonno tranquillo il viso del bambino è rilassato: gli occhi sono chiusi e le palpebre immobili. Non vi sono movimenti del corpo ad eccezione di qualche piccolo sussulto o di lievi movimenti della bocca.
Durante il sonno attivo gli occhi sono generalmente chiusi ma a volte possono aprirsi e chiudersi ripetutamente. Possono esserci movimenti di braccia e gambe e di tutto il corpo; il respiro è irregolare e il viso può avere espressioni diverse: smorfie, sorrisini, viso corrucciato. Nel passare dal sonno attivo a quello tranquillo (circa ogni 20-30 minuti) il bambino arriva molto vicino al risveglio e può iniziare a piagnucolare o a muoversi. E’ bene rispettare questi delicati passaggi tra una fase di sonno e la successiva senza intervenire subito in modo da non interferire nel normale ritmo di sonno del bambino.
Il neonato alterna ai periodi di sonno periodi di veglia. Esiste uno stato di veglia tranquilla durante il quale il bambino si muove poco e i suoi occhi sono spalancati: è il momento in cui studia l’ambiente che lo circonda, fissa lo sguardo su oggetti e persone, cerca di acquisire quante più informazioni possibili.
E’ molto importante rispettare questi suoi momenti di esplorazione permettendogli di stare sveglio senza che qualcuno lo prenda subito in braccio; è questo invece il momento di parlargli, leggergli una storia, cantargli una filastrocca, fargli ascoltare musica.
Il bambino appare molto diverso durante lo stato di veglia attiva durante la quale è spesso in movimento, si guarda intorno ed emette piccoli suoni, in genere prima dei pasti.
L’apprendimento fin dalle primissime età della vita avviene in gran parte per imitazione di quello che si vede e si sente fare intorno a noi. Recenti scoperte hanno messo in luce come alcune strutture del cervello (chiamati neuroni a specchio) riflettano all’interno del nostro cervello quello che vediamo fare dagli altri e come tali informazioni si fissino nella memoria.
E’ sorprendente vedere con quanta attenzione un neonato di 20-30 giorni comincerà a seguire affascinato la voce, i tratti del viso e i movimenti di colui che gli parla con dolcezza alla distanza di 20-30 cm per poi rispondere cercando di imitare.